Nel corso degli anni che vanno dal 1960 ad oggi abbiamo assistito impotenti a tutta una serie di slogans, di messaggi pubblicitari, che hanno fortemente condizionato ed orientato i gusti, i bisogni, le esigenze e i consumi degli italiani verso diete molto ricche in calorie e grassi animali.

L’uso scriteriato di hamburger, di cibi raffinati, di burro margarine, di insaccati stracolmi di additivi, hanno sempre di più allontanato gli italiani da quella alimentazione tipica degli anni 50 ed hanno favorito quel processo chiamato westernizzazione  alimentare, cioè l’acquisizione da parte degli italiani di abitudini e comportamenti tipicamente anglo-sassoni.

Così mentre gli altri hanno modificato un’alimentazione sbagliata, noi abbiamo peggiorato quella giusta.

Negli USA per esempio, si è capito che la dieta iper proteica, ricca di grassi animali, di zuccheri semplici, ma povera di fibre, di frutta e verdure è nociva, e da tempo si consiglia loro di consumare pasta e olio extra vergine di oliva, e di imitare la dieta mediterranea, che la scienza moderna prende come esempio per un corretto stile alimentare.

Mangiamo formaggi, burro, salumi, dolci non più fatti in casa, alimenti ricchi di strutto per essere fragranti e tutto ciò provoca a lungo andare nel nostro organismo un forte aumento di colesterolo nel sangue, una predisposizione agli infarti, al diabete, ai tumori, all’obesità ed a tante altre complicanze che sono le principali cause di mortalità nei paesi industrializzati.

Si deve riacquistare una certa saggezza, e prendere coscienza che si può ottenere una eccellente cucina nutriente e leggera quindi più sana, partendo dai prodotti tradizionali italiani: pane, pasta, pomodoro, legumi, olio, verdure, pesce.

E’ questo un esempio lampante del nutrirsi in modo giusto, con una dieta basata non su cose complicate ed elaborate ma bensì su alimenti semplici, gustosi e salutari.